Alta Langa. Passione e vocazione
La storia del Metodo Classico in Alta Langa – la fascia collinare che abbraccia le tre province meridionali del Piemonte, cioè Alessandria, Asti e Cuneo – è una storia giovane, ma con radici profonde.
L’introduzione dei vitigni francesi in zona data almeno a 170 anni fa, e spumanti realizzati nel territorio hanno contribuito a tracciare la storia del vino italiano, in patria e all’estero. Tuttavia, è stato solo nel secondo Novecento, a seguito di studi approfonditi e metodici sulla vocazione dell’area, che si è sviluppata la coscienza di una potenzialità non sfruttata a dovere, ed enorme.
Elementi come le altitudini, le esposizioni, la climatologia e in particolare le forti escursioni termiche estive, la modesta insolazione, la straordinaria duttilità delle uve utilizzate (pinot nero e chardonnay) e una generazione di vignaioli appassionati e talentuosi hanno dato così vita a un nuovo “polo” per la spumantistica mondiale: l’Alta Langa, appunto. Vi convivono – qui la più bella novità – espressioni dell’industria spumantistica d’antan e aziende familiari di puntiforme estensione, unite dalla meticolosa cura che la tipologia richiede e pretende; con il risultato, già manifesto dopo pochi anni, di migliorare coscienza produttiva e savoir-faire dei “piccoli” vignerons e dotare di una personalità molto più definita i vini dei “grandi”.
La zona e i suoi dati ambientali, le persone che vi operano, e il messaggio culturale che sta dietro i suoi splendidi vini saranno oggetto di una ricognizione approfondita in forma di seminario frontale, avente per momento-chiave l’assaggio delle dieci cuvée a nostro giudizio più interessanti tra le circa sessanta che rivendicano questa affascinante denominazione di origine.
Armando Castagno è uno dei protagonisti assoluti sulla scena del vino e della comunicazione del vino in Italia. Giornalista e scrittore, importante firma della rivista associativa “Viniplus di Lombardia”, degustatore e relatore AIS da oltre quindici anni, ma anche storico dell’arte e docente di Storia dell’Arte dei Territori del vino presso l’Università di Pollenzo.
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