Roccaverano DOP
Ha pasta molle, inconfondibile cremosità ed è buona sia fresca che stagionata: è la robiola Roccaverano DOP, formaggio piemontese che si è fatto conoscere in tutta Italia e all’estero.
Se ne producono tra le 400 e 420 mila forme l’anno. Il Consorzio che tutela questo prodotto dalla storia secolare che risale ai Celti Liguri è costituito da piccoli produttori distribuiti in un territorio che si snoda tra le province di Asti e Alessandria: 10 comuni nell’Astigiano e 9 nell’Alessandrino, nell’area collinare della Langa di Roccaverano (Asti), in Val Bormida e Val Erro (Alessandria). Come prevede il disciplinare di produzione è possibile impiegare solo latte crudo caprino delle razze Roccaverano e Camosciata Alpina, la stagionatura può essere di pochi giorni quindi fresca o superare ampiamente i 10 giorni nella versione stagionata.
La Roccaverano è anche un Presidio Slow Food: il Presidio tutela alcuni piccoli produttori e valorizza la robiola di Roccaverano classica.
“Questa nostra eccellenza agroalimentare, la robiola di Roccaverano, si distingue per il territorio di produzione: Langa astigiana e Monferrato Acquese – sottolinea l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero. Si cerca di coniugare turismo, enogastronomia e prodotti di qualità. Il successo di questo prodotto è nel coraggio di un disciplinare tra i più rigidi nei DOP a livello nazionale, dove razze animali, pascolo, alimentazione sono stati selezionati in modo estremamente specifico. Quando si crede nella qualità del prodotto non si dice solo a parole ma si traduce in elementi concreti”.